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SULLE TRACCE DELL'ASSENTE. Incontro con Giovanni Battista Magoni

«Io filmo l'intimo, io filmo la metafisica». Così disse di sé Krzysztof Kieslowski (Varsavia, 1941-1996) il grande regista, sceneggiatore, scrittore e documentarista polacco, riconosciuto universalmente come uno dei più grandi autori della storia del cinema. A 30 anni dalla morte di Kieslowski, Magoni si addentra nella sua monumentale opera del Decalogo, nei Tre Colori (Film Blu, Film Bianco e Film Rosso) e nella Doppia vita di Veronica per rivelare la passione del cineasta per l'umano e vi individua dei rimandi metafisici di un fondamento che sembra assente, ma che in realtà interagisce nella storia. Direttamente, il grande regista polacco non è politico né esistenzialista, non è moralista né spiritualista, non è cattolico ma neppure ateo, non è sociologo ma nemmeno intimista, non è razionalista puro, non è storico ma neppure simbolista. Ben disinfettato, insomma, da tutti gli «ismi». Eppure tutti questi motivi traspaiono, poi, dialetticamente, come per emanazione, da uno dei più formidabili tessitori della storia del cinema, da un cercatore instancabile di quell'Oltre, cui tutti aneliamo.
  • SULLE TRACCE DELL'ASSENTE. Incontro con Giovanni Battista Magoni
  • 2026-02-18T20:30:00+01:00
  • 2026-02-18T22:00:00+01:00
  • «Io filmo l'intimo, io filmo la metafisica». Così disse di sé Krzysztof Kieslowski (Varsavia, 1941-1996) il grande regista, sceneggiatore, scrittore e documentarista polacco, riconosciuto universalmente come uno dei più grandi autori della storia del cinema. A 30 anni dalla morte di Kieslowski, Magoni si addentra nella sua monumentale opera del Decalogo, nei Tre Colori (Film Blu, Film Bianco e Film Rosso) e nella Doppia vita di Veronica per rivelare la passione del cineasta per l'umano e vi individua dei rimandi metafisici di un fondamento che sembra assente, ma che in realtà interagisce nella storia. Direttamente, il grande regista polacco non è politico né esistenzialista, non è moralista né spiritualista, non è cattolico ma neppure ateo, non è sociologo ma nemmeno intimista, non è razionalista puro, non è storico ma neppure simbolista. Ben disinfettato, insomma, da tutti gli «ismi». Eppure tutti questi motivi traspaiono, poi, dialetticamente, come per emanazione, da uno dei più formidabili tessitori della storia del cinema, da un cercatore instancabile di quell'Oltre, cui tutti aneliamo.
  • Questo evento è stato segnalato dall'associazione Aladura ODV
ultima modifica 2025-09-18T17:35:04+02:00
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